Non è stata la mano di Dio racconta le vicende che si svolgono attorno all'omicidio di don Peppe Diana. A raccontarlo è Beppe, un uomo della comunità di Casal di Principe, anche lui con la vita segnata dal quel 19 Marzo 1994.
Beppe racconta il suo 19 Marzo 1994 attraverso un viaggio nella memoria di quegli anni, attraverso la conoscenza di mani operose come quelle di don Pino Puglisi, di Oscar Romero e di don Tonino Bello.
La narrazione si sviluppa in nove capitoli, ''nove mani'' come quelle che dà un inesperto imbianchino ad una vecchia parete per cercare di nascondere, di coprire un colore che non piace più. Il personaggio, caratterizzato dalla mutilazione della mano, avvenuta in quel maledetto giorno, racconta l'impegno di don Beppe Diana nel contrasto alla camorra come ''componente endemica'' del territorio.
Lo spettacolo ha l'obbiettivo di ricordare il martirio di don Peppe, di raccontarlo a chi non lo ha conosciuto per età o per provenienza geografica, portando alla luce, inoltre, la terribile macchina del fango posta in essere dalla camorra affinché l'impegno di don Peppe non diventasse un esempio per il popolo.