Le storie di due ''bambini del 1997'' si rincorrono e si intrecciano nelle voci di Elvis e Lin-
dita, partiti dal Sud dell'Albania per mettersi in salvo dall'impazzimento di un Paese in
preda alla guerra civile e dal rapido precipitare degli eventi.
Palazzi pubblici divelti mattone dopo mattone, il crac finanziario, i kalashnicov con cui si
spara, la fuga, il viaggio che ricorda quello di Pinocchio nella pancia di una balena. Elvis e
Lindita, bambini del '97 sono tra i protagonisti delle cronache giornalistiche della trage-
dia della Katër i Radës - le cui tracce reali si intersecano all'opera di invenzione.
Divengono qui l'occhio attraverso cui guardare questa storia, simbolo catartico del primo
grande naufragio del Mediterraneo con cui non abbiamo ma finito di fare i conti.
Lambisce il racconto il mito di Kuc̦edra, evocato da un coro di uomini e donne albanesi,
il mostro acquatico simbolo del caos primordiale, nemico dell'umanità, protagonista di
molte leggende albanesi - il quale torna nelle narrazioni di ogni tempo nelle vesti di Dra-
go, Leviatano, essere demoniaco - e del Dragùa, il bambino eletto, nato per combattere
e sconfiggere Kuc̦edra.
Attraverso l'incastro tra cronache e leggende, biografie e storie collettive le vicende dei
passeggeri della Katër i Radës vengono riportate alla luce e al contempo trascese: gocce
nel mare dell'eterno cammino dell'umanità, nella necessità di un approdo sulla terrafer-
ma, in salvo dal ''mostro''.

Il naufragio della nave albanese Katër i Radës (28 marzo 1997) inaugura tristemente
l'epoca degli esodi, e delle morti, nel Mediterraneo nella nostra storia recente. Come
scriveva Alessandro Leogrande la tragedia della Kater I Rades «è stata uno spartiacque
nella storia recente del Mediterraneo». Dopo di allora, quella storia ha continuato a ripe-
tersi divenendo la triste storia comune del Mediterraneo, dei confini serrati dell'Europa e
delle morti in mare. Negli anni, è stato oggetto di diversi lavori di inchiesta e narrazione,
i quali ne hanno ampiamente ricostruito e chiarito le dinamiche. Tuttavia, vi è ancora la
necessità di approfondire il racconto delle singole vicende che compongono il fatto col-
lettivo, di recuperare il contesto specifico che ha mosso quelle partenze - la sanguinosa
guerra civile albanese del 1997 - di dare il giusto riconoscimento e valore all'individualità
di ogni storia, che ha «il diritto di essere raccontata».
La cosiddetta ''tragedia del Venerdì Santo'' è avvenuta nel Canale d'Otranto il 28 marzo
1997 - quando la nave albanese entrò in collisione con la corvetta Sibilla della Marina
Militare Italiana - nella quale morirono oltre cento persone, soprattutto donne e bambini
stipati in coperta, di cui furono recuperati 81 corpi, mentre altri non sono mai stati trova-
ti. Cutro (a una manciata di metri dalle coste calabresi), Pylos in Grecia sono solo alcuni
tra gli ultimi, terribili naufragi divenuti simbolo della morte dei bambini.

Compagnia

Factory compagnia transadriatica Lecce

Factory Compagnia Transadriatica dal 2009 svolge prevalentemente le attività di produzione di spettacoli, realizzazione di progetti di cooperazione internazionale, organizzazione di laboratori, rassegne e festival come KIDS – Festival Internazionale delle arti e del teatro per le nuove generazioni, dedicato alle famiglie e al tout public e giunto alla decima edizione. Dal 2009 le produzioni hanno avuto lunghe tournée sia a livello nazionale che internazionale vincendo prestigiosi premi in Iran, Montenegro e per 3 volte il premio Eolo, il più prestigioso premio italiano per il teatro per le nuove generazioni, nel 2020 per Mattia e il nonno, nel 2021 per Paloma ballata controtempo, nel 2023 per Hamelin. Dal 2013 Factory avvia un’attività
di programmazione presso il Teatro Comunale di Novoli (Lecce) che negli anni coinvolge anche i comuni limitrofi nel progetto dei Teatri del Nord Salento. Dal 2018 è membro del TRAC – Centro di Residenza
Teatrale di Puglia. Dal 2016 si occupa di produrre spettacoli di Teatro sociale d’Arte, nel cui staff artistico sono presenti anche persone con disabilità. Nel 2019 realizza una coproduzione europea, Hubu Re, con un cast di attori italiani e greci. Dal 2021 Factory aderisce alla rete Europe Beyond Access promuovendo un lavoro con le comunità sui temi della diversità e dell’accessibilità. Sempre dal 2021 è riconosciuta dal MIC come impresa di produzione di teatro di innovazione nell’ambito del teatro per l’infanzia e la gioventù.