Una tragedia dell'identità, dove solitudine, ironia amara e lucida follia si fondono nel gioiello del visionario drammaturgo Annibale Ruccello, uno degli autori più incisivi del teatro napoletano. Un viaggio nell'abisso dell'anima, quella di una donna che vive paure e fragilità mentre lotta per ritagliarsi uno spazio in un mondo che la giudica e la limita. Una pièce che è riflesso della condizione umana, in bilico tra il desiderio di autodeterminazione e l'assenza di risorse per realizzarlo.
A mettere in scena questa raffinata commistione di amara leggerezza e tragicità, Claudio Tolcachir, regista argentino sensibile e innovativo. Una gemma teatrale sul corpo di un'attrice unica, la pluripremiata Valentina Picello, che non interpreta, incarna. E ci travolge. Dà vita a una donna così tempestosamente umana e impotente da prendere decisioni estreme e nelle sue mani, Anna non è un mostro. È una fame di vita.

Compagnia

Valentina Picello Milano

Valentina Picello diplomata nel 2002 alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, ha collaborato con registi come Luca Ronconi, Claudio Tolcachir e Arturo Cirillo, e ha interpretato ruoli in opere di Annibale Ruccello e Vitaliano Trevisan. Premio della Critica ANCT 2025 per la sua interpretazione in Anna Cappelli di Ruccello. Claudio Tolcachir
è un drammaturgo, regista e attore argentino, fondatore del teatro Timbre 4 a Buenos Aires, noto per la sua capacità di raccontare eventi quotidiani caricandoli al limite del grottesco, rivisitando con ironia e raffinatezza generi televisivi ultrapopolari come la telenovela e la commedia sudamericana.